Il progetto pittorico di opere originali chiamato ‘Gatto di Schrödinger’ è l’unione di più affinità di Manekistefy: la fisica quantistica, la spiritualità, l’amore per i gatti, l’ amore per la pittura.
Il ‘Gatto di Schrödinger’ è un famoso paradosso della fisica quantistica. Il gatto si trova in una scatola chiusa dove un congegno può azionare la rottura di una fiala di cianuro. Il congegno scatta se avviene il decadimento di una minuscola sostanza radioattiva. La probabilità del decadimento è uguale alla probabilità del non decadimento. Il gatto è in uno stato di sovrapposizione di dimensioni, può essere vivo o morto, fintantoché non si decida di osservarlo aprendo la scatola nella quale è contenuto. L’importanza del poter essere in più dimensioni è comprensibile quando si pensa alla vita stessa unita alla morte. Nel momento del vivere c’è il momento del morire. Come è vero il contrario: nella morte c’è la vita stessa.
La vita è contenuta nella morte.
La morte è contenuta nella vita.
È la dimensione del gatto.
L’ osservazione è un’ altro spunto che Manekistefy ama particolarmente. Osservare significa relazionarsi con qualcosa. Questa relazione “contamina” l’ osservazione, rendendola non oggettiva ma sempre soggettiva. Se ci poniamo come osservatori della nostra vita, stabiliamo una relazione con essa, che è soggettiva. In quanto soggettiva, noi stessi possiamo decidere come cambiarla. Siamo noi stessi a fare delle scelte su come vedere la nostra vita. Possiamo decidere se un particolare evento sia negativo, oppure possiamo decidere che quella apparente negatività sia pura energia a nostra disposizione, pronta per essere trasformata in ciò che vogliamo. Tutto è relativo, tutto può essere cambiato. Il gatto che sta nella scatola sa che la relazione con se stesso è ciò che realizzerà il suo stato: può essere triste e felice nello stesso momento, può essere in più dimensioni e decidere come sfruttare queste energie.
La vita stessa è relazione.
I pensieri sono in relazione con noi.
Le emozioni sono in relazione con noi.
Uno vive dell’ altro, reciprocamente. È un continuo scambio. Dove l’ osservatore è anche l’ oggetto di osservazione. Per questo tutto è relazione. Il gatto di Schrödinger può essere il nostro osservatore, perché ha il potere di stare in più dimensioni. Con questa prospettiva Manekistefy ha instaurato un dialogo tra i soggetti dei dipinti.
‘Ciao, caro Drago! So che mi stai guardando!
Ti sento, e so che sei lì!
La tua rabbia non mi fa paura.
Io sto qui e dormo.’