CREZ

Sono nato il 17/03/1976 a Venezia mio padre Ugo Freguja era marinaio e mia madre Natividad Nogueras Franco era una donna delle pulizie. Sono cresciuto in un piccolo villaggio di pescatori chiamato Alberoni all’estremità dell’isola del Lido a Venezia. All’età di 14 anni la mia famiglia si è trasferita a Mestre, periferia di Venezia, dove ho iniziato a tatuare all’età di 17 anni.

crez tatuatore venezia

Da bambino disegnavo quotidianamente, quando ci siamo trasferiti a Mestre, sono diventato uno dei pionieri dei graffiti della mia città. Ho studiato la scuola elementare in un istituto cattolico, dove per reazione ho coltivato le mie convinzioni anarchiche, atee e anticlericali. Facevo skateboard, ascoltavo punk, dipingevo graffiti sui muri e sui treni, ma il tatuaggio era sempre nella mia mente per via di mio padre, era tatuato da prima che nascessi, si fece fare una tigre ed un acquila su entrambe i bicipiti in India; quando mi ha spiegato come l’hanno tatuato, ho preso aghi e china e ho segnato cinque punti sull’avambraccio….

Quella è stata la mia prima macchinetta, mi sono tatuato un teschio sulla caviglia sinistra e ho aggiunto altre cose per provare le nuove tecniche che stavo imparando… Stavo tatuando alcuni amici e anche se ero un adolescente, i ragazzi del quartiere mi chiamavano per le strade e mi chiedevano nuovi tatuaggi per coprire quelli fatti in galera….
 
Un giorno un amico di ritorno dall’Inghilterra mi porta un indirizzo dove ordinare l’attrezzatura professionale. Così ho venduto tutte le mie piccole cose, dischi e roba da skateboard, con i soldi che ho raccolto, ho fatto un ordine all’ indirizzo di tattoo factory.
 
Dopo 3 mesi (!) ho ricevuto il mio pacco contenente la mia prima macchinetta a bobine, gli aghi e le barre ed i grip (manipoli), tutto mi sembrava fantastico, ma niente funzionava, dovevo saldare gli aghi, mettere a punto la macchina che era praticamente smontata…mi ci sono voluti mesi per avere un set-up decente, ma alla fine eccomi qui a tatuare quotidianamente dal 1993.
 
Il tatuaggio era abbastanza “primitivo” nei primi anni Novanta in Italia, c’erano pochi negozi (probabilmente una dozzina in tutto il paese), ovviamente nessuno ti diceva niente, i clienti cercavano tatuaggi piccoli e facili da nascondere.
 
Il tatuaggio a tutto corpo in stile giapponese era un sogno fin da adolescente, da quando ho visto il libro Ransho di Masato Sudo, che considero ancora uno dei libri fondamentali del tatuaggio.
 
Nel 1997 ho aperto il mio negozio Adrenalink a Venezia nel quartiere di Marghera l’unico quartiere che mi ha accolto anche se ero un tatuatore, nello stesso anno ho conosciuto mia moglie Manekistefy, mi ha aiutato tanto da diventare la mia socia in affari oltre che mia moglie, nel 2001 è diventata anche la mia prima apprendista e ora tatua quotidianamente dal 2004 è una grande tatuatrice con uno stile molto personale, sono molto orgoglioso di lei, non puoi diventare un maestro del mestiere senza studenti.
 
Per i primi 10 anni ho tatuato ogni genere di cose, dai delfini ai tribali, bracciali celtici, qualunque cosa la gente mi richiedesse, stavo lentamente sviluppando il mio stile nei tatuaggi classici tradizionali, in quel periodo nessuno cercava peró quel tipo di tatuaggi, erano gli anni del tatuaggio in bianco e nero con linea molto sottile, i bioneccanici ed i primi tribali moderni di Leo Zulueta, la nuova scuola di San Francisco con lavori super colorati.
 
Il tatuaggio tradizionale mi ha dato le basi tecniche per lavorare sull’ Horimono . L’immaginario giapponese mi ha sempre affascinato da quando ero un ragazzino e studiavo il karate, trovare informazioni sull’argomento era impossibile, quindi ho deciso di acquistare un biglietto e volare in Giappone a trovare i colleghi nei loro studi privati. Quel viaggio mi ha cambiato la vita, ho avuto la possibilità di essere lì e mettere mano su tutte le informazioni che cercavo, dal 2003 torno in Giappone ogni anno e sto tatuando solo in stile classico giapponese.
 
L’Europa era “ostile” per me in quel momento, il tatuaggio stava crescendo molto, in Europa avevo pochi amici tatuatori il resto era una scena di tatuaggi fatta da harleysti, se eri un tatuatore autodidatta che detestava le “Harley” come me, era molto difficile essere “parte del club”, mi sentivo frustrato e questo stava condizionando la mia creatività, quindi ho scelto l’isolamento, niente più riviste di tatuaggi, niente più convention in Europa, volevo cambiare aria e seguire la
mia passione ad ogni costo.
 
Le poche persone che rispettavano i miei tatuaggi in quegli anni erano in Giappone, sono ancora molto grato a tutti loro in particolare alla famiglia Ryu, Horigen di Fukuoka della famiglia di Horimatsu, Horihide di Yokosuka e la Cat Claw Crew di Kyoto.
 
Ho re-imparato il tatuaggio in questi dieci anni, ho conosciuto di persona i tatuatori che consideravo più talentuosi e condiviso con loro idee tecniche e costruito dei bei progetti assieme. Quando tornavo in Italia, mi sentivo quasi un pesce fuor d’acqua, i riferimenti dei miei colleghi qui erano completamente diversi, e questo non mi dispiaceva affatto.
 
In quest’ ultimo decennio, molte più persone hanno rivolto il loro interesse per il tatuaggio classico giapponese, quindi la mia popolarità è cresciuta, ho costruito una solida clientela nel mio paese e sono molto grato a tutti coloro che mi hanno dato un pezzo della loro pelle.
 
Ho continuato a dipingere in questi anni ed ho esibito i miei lavori in un paio di personali a Düsseldorf, New York, Roma. Ho tenuto conferenze riguardanti il tatuaggio giapponese in collaborazione all’Università statale di Milano, a Ca Foscari a Venezia ed in varie tattoo convention in Italia.